ABSTRACT DELL’OSSERVATORIO IVS-PROMETEIA “THE OIL&GAS VALVE INDUSTRY IN ITALY 2023”

Come evidenziato dagli ultimi dati disponibili, l’industria nazionale delle valvole Oil&Gas mantiene la sua posizione tra i settori di punta del manifatturiero italiano, con oltre 210 imprese, 9.300 addetti e 2,7 miliardi di euro di fatturato. I due terzi della produzione di valvole sono realizzati in Lombardia, dove Bergamo riveste un ruolo cardine: la sola provincia conta oltre 100 imprese attive nella filiera, che consentono alla sua industria di contribuire da protagonista (1,4 miliardi e quasi 5mila addetti) ai traguardi di una delle regioni a più alta vocazione manifatturiera.

La ripresa dei settori legati all’energia a seguito della pandemia si è rivelata lunga e graduale, e quello delle valvole Oil&Gas non ha fatto eccezione. Nel 2021 le imprese italiane del comparto stavano ancora colmando il divario con i livelli pre-pandemici, con un valore della produzione ancora in calo del 18% rispetto al 2019. Il settore ha anche affrontato sfide in termini di demografia delle imprese, registrando una riduzione del 16% del numero delle imprese e del 18% del totale dei dipendenti. Tuttavia, le cose sono migliorate notevolmente nel 2022.

Lo scorso anno, infatti, le esportazioni italiane hanno compiuto passi da gigante verso il recupero dei livelli pre-pandemia. L’industria nazionale delle valvole Oil&Gas ha mantenuto la sua posizione di terzo esportatore mondiale, dietro solo a Cina e Germania. Nello stesso anno, le aziende italiane hanno sovraperformato o ottenuto risultati paragonabili ai loro concorrenti in 54 mercati, rappresentando il 39,6% delle esportazioni totali di valvole Oil&Gas. Ciononostante, va segnalato che l’andamento dell’export italiano in regioni come l’Estremo Oriente e i mercati MENA è risultato meno positivo.

Nello specifico, il Paese che maggiormente ha contribuito a frenare le performance delle imprese nazionali all’estero è l’Arabia Saudita, dove, nel 2022, l’export di valvole Oil&Gas italiane è crollato di oltre il 30% rispetto ai livelli pre-pandemia. Il peso relativo del Paese sul totale delle esportazioni italiane è sensibilmente diminuito dal 2019 a vantaggio soprattutto dell’export cinese. È probabile che i crescenti legami della Cina con l’Arabia Saudita (che ha ricevuto la quota maggiore di Belt and Road Initiative – investimenti energetici nel 2022) abbiano svolto un ruolo importante dietro la domanda in forte espansione delle valvole Oil&Gas cinesi. Un quadro normativo che premia le aziende che operano all’interno del Paese potrebbe anche aver contribuito a ridurre la competitività italiana nel mercato saudita. Nel 2022, la crescita dei prezzi energetici non è bastata ad innescare un trend positivo in termini di investimenti, che si attestano ancora al di sotto dei livelli del 2019. Come confermato da un’analisi sui bilanci di un pool di importanti società Oil&Gas, i prezzi più alti hanno innescato un aumento senza precedenti dei ricavi e dei margini nel 2021 e nel 2022, ma non sono riusciti a portare la spesa in conto capitale (CAPEX) al di sopra dei livelli del 2019.

Il friendshoring
I migliori risultati in termini di crescita dell’export sono stati conseguiti in mercati geograficamente vicini, in primis l’Europa occidentale, dove l’Italia ha sovraperformato i concorrenti nelle principali destinazioni commerciali. Diversi fattori (come l’impatto dell’aumento dei costi di trasporto merci) potrebbero aver influito positivamente sulla performance delle aziende italiane. Inoltre, non è da escludere che, sulla scia del conflitto ucraino e delle crescenti tensioni tra Cina e mondo occidentale, le esportazioni italiane verso l’Europa occidentale possano aver trovato sostegno anche in un maggiore affidamento al “friendshoring” (una pratica commerciale in cui le reti di filiera sono focalizzate su Paesi considerati alleati politici ed economici) come strategia per ridurre il rischio della catena di approvvigionamento.

Prospettive promettenti per il 2023
La spesa in conto capitale delle compagnie petrolifere e del gas continuerà a crescere nel 2023, spinta da un contesto di prezzi delle materie prime favorevole e sostenuto, forti flussi di cassa e, cosa più importante, la crescente strategicità assegnata dai governi e dal mondo produttivo alla sicurezza energetica. Le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina e dell’inflazione in aumento hanno parzialmente ridefinito le priorità dell’equilibrio tra sicurezza, pulizia e convenienza delle fonti energetiche. La sicurezza assumerà probabilmente un ruolo più centrale nel prossimo anno, supportando una rinnovata spinta agli investimenti in Oil&Gas Up e Midstream.
Secondo Il report “World Energy Investment 2023” dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, gli investimenti upstream nell’Oil&Gas continueranno a crescere nel 2023, con una spesa complessiva prevista di 508 miliardi di dollari (+7,1% sul 2022). I tassi di crescita più elevati sono previsti in Europa e in Medio Oriente, che insieme rappresentano circa il 50% delle
vendite italiane di valvole Oil&Gas all’estero. Il tutto a patto che gli esportatori italiani riescano a mantenere il loro posizionamento in queste regioni, che potrebbe garantire un supporto decisivo per colmare il gap che si è creato con altri esportatori nell’ultimo triennio.