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Ventilatore ATEX: ecco le fondamenta della tua sicurezza

Troppo spesso chi acquista un ventilatore da installare all’interno di una zona classificata ATEX, pensa di potersi fidare ciecamente del simbolino “Ex ” messo sulla targa. Purtroppo affidarsi unicamente alla marcatura ed al certificato ATEX non basta a mettersi al riparo da potenziali esplosioni in impianto e – soprattutto – dalle conseguenze legali che queste comportano. Ecco perché da ormai più di 6 anni ho preso in carico la missione di fare luce nel settore dei ventilatori ATEX attraverso il mio blog www.ventilazionesicura.it, il canale Youtube associato e diversi libri pubblicati. Di seguito alcuni consigli per assicurare la sicurezza dei lavoratori quando acquisti un ventilatore per ambienti con atmosfere esplosive.

Diego Perfettibile
Co Owner of PBN the industrial fans built to last

Cosa deve essere certificato?

Domanda banale solo all’apparenza, ma fondamentale per definire quali responsabilità si prende in carico chi acquista.

L’errore più comune è pensare che basti montare un motore elettrico certificato per avere in automatico la conformità ATEX del ventilatore. Nulla di più sbagliato. (e pericoloso) Il ventilatore è infatti una macchina che può generare un rischio di esplosione di origine meccanica, come ad esempio le scintille che si possono formare se, per un guasto, la girante in rotazione entra in contatto con la cassa esterna. Il costruttore deve quindi garantire che dal punto di vista meccanico non vi siano rischi di esplosione. Ma non finisce qui. Anche l’assieme del ventilatore e del motore deve essere esente da rischi di esplosione. Se questa dichiarazione di conformità non la rilascia il costruttore, spetta a chi installa accollarsi sia il rischio che la responsabilità (civile e penale) del funzionamento sicuro del ventilatore nell’impianto.

Quanto deve essere “robusto” il ventilatore?

Il grado di robustezza sembra essere qualcosa di soggettivo, che ognuno può valutare a suo piacimento. In effetti le norme tecniche non entrano molto nel dettaglio, affermano solo che “i ventilatori destinati al funzionamento in atmosfere potenzialmente esplosive devono essere di progettazione rigida”. Non viene indicato cosa si intende per progettazione rigida, se non che deve garantire il superamento di una prova d’urto. Viene però in aiuto un’altra norma, la EN ISO 13349:2010 che, in merito al grado di robustezza dei ventilatori impiegati in ambito industriale, afferma che questi devono essere completamente saldati e fornisce degli spessori minimi delle lamiere usate per la costruzione. Una costruzione leggera con lamiere graffate e non saldate non è quindi un’ottima soluzione per un ventilatore ATEX, soprattutto perché porta con sé un’ulteriore problematica.

Tenuta dei ventilatori

Questo tipo di macchine trasportano infatti sostanze che possono causare un’esplosione, a volte anche tossiche o nocive. Non devono quindi fuoriuscire dalla cassa del ventilatore verso l’esterno. Una cassa non saldata ma semplicemente tenuta insieme da una graffatura o da dei rivetti causerebbe quindi gravi perdite del gas verso l’esterno. Altro punto di possibile perdita è la zona dove l’albero del ventilatore passa attraverso la chiocciola. In questo punto deve essere installata una tenuta che riduca al minimo le fuoriuscite che potrebbero causare una possibile esplosione.

Molti ventilatori in commercio non rispondono a questi requisiti, pur essendo certificati ATEX. In questi casi il consiglio è di leggere attentamente le istruzioni d’uso in modo da capire se è quel ventilatore può veramente essere installato nell’impianto e con quali rischi connessi.

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