Illuminazione a led per aree pericolose
L’apparecchio tubolare a LED serie 6036 di R. STAHL è riuscito a resistere anche alle condizioni più difficili nel corso degli anni.
L’ultimo modello della serie (6036/3) alza ancora di più l’asticella: per le aziende dell’industrie di processo come l’industria chimica o il settore delle energie rinnovabili, 100.000 ore di funzionamento sino a +60 °C significano enormi risparmi quando si tratta di manutenzione degli impianti di illuminazione. Questo vale sia per l’illuminazione generale sia per la fanaleria.
Con un intervallo di temperatura compreso tra -55 e +70 °C, questo apparecchio è molto versatile. È stato mantenuto il peso ridotto (< 2,5 kg), l’elevata resistenza alle vibrazioni e l’elevato grado di protezione IP (IP66, IP67 o IP68) e sono state aggiunte nuove funzionalità, come la possibilità di rendere l’apparecchio una luce ‘intelligente’ con la tecnologia DALI (Digital Addressable Lighting Interface), che consente di collegare in rete, commutare, controllare e monitorare digitalmente sia singoli apparecchi di illuminazione che interi sistemi di illuminazione. Diversi scenari di illuminazione di emergenza possono essere configurati facilmente mediante un sistema di batterie centrale in combinazione con un modulo di indirizzo nel corpo illuminante tubolare. Una seconda fase di commutazione opzionale è utile se si desidera attenuare la luce al 50%.
Nell’interesse della sicurezza, una fonte di luce fissa è fondamentale in modo che le parti rotanti della macchina e del sistema siano ben visibili a coloro che si trovano nelle vicinanze. Inoltre, la selezione della temperatura di colore correlata (CCT) consente di optare per una luce più rispettosa dell’operatore dell’ambiente. Ad esempio, si può avere una temperatura di colore di 2700 K con solo un piccolo contenuto di luce blu.
Gli apparecchi tubolari a LED Serie 6036 sono ora dotati di sensori di movimento integrati: ciò ne riduce ulteriormente il già basso consumo energetico. Hanno la certificazione ATEX e IECEx che copre le zone 1/21 e 2/22 aree pericolose, insieme ad altri certificati per diversi mercati: UL do Brasil, NEPSI, KTL, ISTI, DNV / GL (marino), UK CA e ECASEx (Medio Oriente). Sono in cantiere anche le approvazioni EAC/TR CU e USA.
Per l’uso in impianti a idrogeno, le omologazioni del gruppo di gas IIC sono tra le massime priorità, ma sono possibili anche applicazioni che coinvolgono polveri del gruppo IIIC.